La preda

Son qui nella campagna verdeggiante
cercando qualche preda da cacciare
e svelta nella tana ritornare
dai piccoli lasciati trepidante.

La musica che ascolto è solo il vento
che mi riporta il suono di quei pianti
e mentre con cautela vado avanti
avverto con l'istinto un cambiamento.

Gli uccelli adesso han smesso di cantare
assordano dei suoni da lontano
e versi che non sono di un fagiano
ma di una muta che mi vuol stanare.

Lo sento che m'insegue il loro fiato
l'odor li attira della mia paura
la fuga può evitarmi la cattura
ma questa folle corsa mi ha sfiancato.

Quel colpo che ora sento non è il tuono
ma quello di un fucile assai perfetto
il suo proiettile mi spacca il petto
le forze perdo e al suolo mi abbandono.

Ridendo s'avvicina il cacciatore
mi prende e poi mi sbatte contro un muro
non sono ancora morta v'assicuro
e vengo presa a calci senza onore.

Non vedo più il colore del mio manto
a quello del mio sangue ormai confuso
del suo bottino l'uomo or è deluso
e se ne va negandomi il suo vanto.

Ormai la vita mi abbandona piano
risento dei miei cuccioli la voce
il mio dolore adesso è meno atroce
e mentre muoio prego per... l'umano.

                                                                  Angela

 

 

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